martedì 25 ottobre 2011

Divergenze assolute

Si dice che tutti abbiano un qualche particolare pregio, se non più d'uno; è chiaro che tutti hanno ben più di qualche difetto.
Biagio l'Orientale non fa eccezione: si riporta qualche stralcio che evidenzia una totale incapacità di affrontare una polite conversation, nonché imbarazzanti pregiudizi sugli altrui indirizzi universitari.

- «Ne abbiamo invitati 8, poi c'eravamo noi di casa, che eravamo 3 - insomma, in tutto eravamo 10-11 circa, e...»
- «No.»
- «...?»
- «Eravate esattamente 11. Ora puoi continuare.»

- «[...] e insomma, io fino ad un certo punto sono anche comprensiva, ma a tutto c'è un limite!»
- «No, buon Dio, no! Per l'ennesima volta, no! (-1)^n non ce l'ha, va bene? Non tutto ha un limite! Il limite non esiste a volte! Per niente!»
- «...»
- «Oh.»

[più partecipanti, il rumore di fondo rende difficile la conversazione.]

A: «[...] e comunque, io non vorrei dire niente, ma quello che ha inventato il pacemaker era un ingegnere.»
B: «Che cosa?»
A: «Dico, era un ingegnere.»
C: «Ingegnere? Ma chi?»
B: «Quello che ha inventato i pacemaker!»
D: «Che cosa ha fatto?»
B: «Era un ingegnere!»
D: «Un ingegnere?»
- «Ohé, ma la piantiamo sì o no di ripetere la parolina? Non lo sapete che porta male?»

domenica 23 ottobre 2011

Liscio come il ghiaccio

Biagio l'Orientale ha un rapporto difficile con il pattinaggio - già dire che è difficile, in realtà, è dire troppo, dal momento che il rapporto è inesistente.

Quando viene invitato al Palaghiaccio di Trento, sono due le conversazioni che gli tornano alla mente.
La prima, risalente a diversi anni prima, riguarda un amico che, in occasione dell'allestimento della pista nella piazza del natìo borgo selvaggio, lo invita a provare:
- «Io pensavo di andare domani, dopo pr-»
- «Domani? No, guarda, il giorno dopo ho la versione e penso che starò tutto il giorno a studiare, scusami.»
- «Non c'è problema, possiamo andare il giorno dopo.»
- «Avevo già preso impegno, veramente... sono fuori tutto il pomeriggio.»
- «Ok, all-»
- «Ma se ti trovo qualcuno con cui andare e ci risentiamo a primavera?»

La seconda è una conversazione con parenti medici.
- «Hanno messo la pista!»
- «Eh sì! Tra un po' cominciano ad arrivare le persone con i denti in mano, vedrai.»
- «...davvero?»
- «Ma sì, i denti rotti sono la cosa più comune. Poi c'è chi cadendo si taglia la lingua, chi si taglia le dita perché ci passano gli altri sopra con i pattini - sono affilati, sai? -, insomma, si vede un po' di tutto!»
- «Ah.»
- «Comunque, tu ci vai?»
- «...»
- «Davvero, basta che stai attento! E poi ci sono io nel caso!»
- «...grazie?»

La seconda giustifica in un certo qual modo la reazione nella prima, nulla giustifica il terrorismo psicologico esercitato dal parente medico.

Questa volta, tuttavia, Biagio mette in gioco denti, lingua e falangi ed entra nell'arena, la quale, col passare dei minuti, assume nella sua mente diverse sembianze:
- Ruota per criceti;
- Interno di anfiteatro (scambierebbe volentieri il ghiaccio per un po' di sabbia e leoni);
- Via crucis ellittica.
Quando l'ultima visione è ormai pienamente concretizzata, le sue impronte digitali sono ormai su ogni centimetro del bordo della pista, gli altri pattinatori hanno per lui uno sguardo compassionevole - e si scostano rispettosamente al suo passare - e l'equilibrio è precario non tanto per un eccesso di moto quanto per un eccesso di inerzia. Entrerebbe ormai di diritto in un romanzo di Svevo, e decide di elemosinare uno strappo a casa per completare l'opera.
Per dovere di cronaca, mettiamo a verbale un paio di cadute, e diverse decine di affannose perdite di equilibrio non sfociate in tonfi.

Ma è la saggezza lituana di Nicolaj che, in serata, sintetizza egregiamente la giornata:
«La fortuna è cieca; la sfiga ha imparato il braille.»
(anche nella versione: «ma la sfiga colpisce pure al buio.»)

lunedì 17 ottobre 2011

Legge di Beckhap

- «Dici che è stupida, ma quanto stupida, scusa?»
- «Mah, così su due piedi non saprei...»
- «Su una scala da 1 a 10?»
- «...in che base?»

(Legge di Beckhap: Bellezza moltiplicata per cervello è uguale a una costante.)

Raid e principi d'infarto

[a sorpresa, il professore di analisi comincia ad indicare gente casuale tra i banchi]

Professore: «Lei! ...sì, lei! Non sono strabico! Non faccia finta di nulla!»
Malcapitato: «...sì?»
Professore: «Come si chiama?»
Malcapitato: «Alessandro*.»
Professore: «Qual è lo sviluppo in serie dell'esponenziale?»

[un'ondata di terrore si sparge per l'aula. Lo sfortunato risponde di non saperlo, il professore prende nota del nome, e continua con esiti simili i suoi blitz tra il pubblico.
Si ferma infine sul tremante Biagio L'Originale.]

 Professore: «Lei! Come si chiama?»
L'Originale: «...io? B-Biagio.»
Professore: «Bel nome! Ho avuto una volta un alunno che si chiamava Dante. Si chiama ancora così, penso.»

[il professore riprende la lezione, mentre L'Originale riinizia gradualmente a respirare.]

venerdì 14 ottobre 2011

Alla stazione

Si accompagnava Biagio l'Originale in stazione.
Alle 13:10, come da programma, arriva il treno: occorre a questo punto sapere che la banchina era gremita, e che sarebbe stato quindi difficilissimo trovare un posto a sedere, motivo per cui l'Originale comincia a tendere (in maniera rigorosamente asintotica, visti i numerosi controllori) alla linea gialla, seguendo la porta più vicina del treno in arrivo, con velocità sempre crescente.

L'Orientale lo saluta, e sfreccia verso le scale per uscire dalla stazione.
Quando più tardi gli ho chiesto perché, mi ha detto che stava conservando la quantità di moto.

martedì 11 ottobre 2011

Coincidenze fortuite

[fermata dell'autobus. Il 5 ha più di un quarto d'ora di ritardo, il nostro ricontrolla per l'ennesima volta la tabella con gli orari.]

 Faceto uomo di mezza età: "Eh, ogni volta che vengo in fermata per prendere un autobus, quell'autobus arriva!"
Biagio: "..."
Faceto uomo di mezza età: "Una bella fortuna, eh?"

[l'uomo sale su un autobus arrivato proprio in quel momento]

venerdì 7 ottobre 2011

False partenze

Si stava accompagnando Biagio l'Originale in stazione - come da regola, il weekend torna a casa - quando l'allegra comitiva incontra un compagno di corso, che chiede:

"Dove state andando?".

Qualcuno potrebbe anche spacciare la domanda per giustificata - un universitario con una valigia potrebbe senz'altro essere una persona che vuole portare con sé sempre tutti i libri di testo, e in più lingue per confrontare tra loro le traduzioni: a noialtri la domanda è sembrata scontata, ma la risposta è stata comunque seria.

"In stazione."

A questo punto, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

"E chi parte?"

Naturalmente, solo l'Originale aveva con sé una valigia.

"Tutti! Scendiamo con Biagio, vieni anche tu!"

La pantomima della partenza collettiva andava ancora avanti quando l'Orientale si è allontanato dalla banchina, pochi minuti prima dell'arrivo del treno, con la scusa di una repentina quanto provvidenziale stretta agli intestini. Lasciava sul campo Biagio l'Originale, due compagni di brigata (saranno saliti sul treno, pur di tener fede allo scherzo?) e lo sconsolato compagno di corso, alle prese con i problemi di budget che il viaggio improvviso avrebbe richiesto.

(faremo pervenire notizie sulla conclusione dell'episodio)

lunedì 3 ottobre 2011

Lezioni di prova

Ci sono delle singole uscite che sono in grado di dare un senso persino ad un lunedì. Si parlava di iniziare a praticare un qualche tipo di sport, ed è sopraggiunta la seguente perla:
«Mercoledì ci sono le lezioni di prova di tiro con l'arco, pensavo di andare e vedere se mi prendono.»

Chissà. Dipende da quanto uno corre veloce, penso.