lunedì 26 settembre 2011

Nuntio vobis gaudium magnum

L'ora più buia viene sempre prima dell'alba.

Avevo finito le scatolette di mais Bonduelle - che assieme ad olio, sale e aceto costituivano da un po' di tempo la mia prima, nonché unica, colazione - e mi stavo preparando psicologicamente ad alzarmi mezz'ora prima per avere tempo di preparare il risotto. Ai funghi porcini e zafferano.

Poi ho trovato un distributore automatico. Con dei biscotti dentro.
Biscotti.
Stamattina ho fatto colazione con biscotti.

(però per cena risotto. Gliel'avevo promesso che oggi gli toccava.)

sabato 24 settembre 2011

Introducing Nicolaj

Nicolaj (ma si legge Nicola) vive nello stesso appartamento di Biagio: lituano della città marittima di Rjev, è giunto in Italia grazie al progetto Erasmus.
Studioso di letteratura, fidanzato con la lontana Eleni, rimangono famose le sue citazioni sul codice civile lituano: «In mio paese se io presta te lametta e tu non ridai dopo seven days, io posso tagliare tua gola. Però mai successo, perché in mio paese tutti barba mooooolto longa.»

Per quanto un accento vagamente maceratese possa far nutrire ai più diffidenti dubbi sulla sua reale identità, il nostro non ha esitato ieri sera a fare amicizia con la socievole popolazione universitaria trentina, inseguendo delle (quasi) connazionali e provandosi nel gioco del biliardo quasi peggiore di Biagio.

Lo rivedremo ancora? La dolce Eleni lo raggiungerà? E cosa dire dei barili di latta, suo strumento musicale prediletto? Li porterà con sé?
Lo scopriremo (forse) nelle prossime puntate.

venerdì 23 settembre 2011

Sulla colazione

Mi trovo davanti ad una scelta difficile:
  • Assumere di aver pranzato alle 11:45;
  • Assumere di aver fatto una seconda colazione a base di pesce e cavolfiore grattugiato.
Con Biagio l'Originale, con cui ho avuto il piacere di pranzare, si dibatteva sulla solita questione, il mondo come effettiva realtà o come illusione/proiezione della mente. Mi sa tanto che devo andare a proiettare uno psichiatra quanto prima possibile.

giovedì 22 settembre 2011

Case dell'altro mondo

L'altro giorno ero in un appartamento.
Una delle ragazze che vive lì mi ha detto, La porta è rotta, non si chiude. A dire il vero un po' si notava, perché di tanto in tanto transitavano degli sconosciuti per il soggiorno, ma ho fatto finta di niente.
Davvero?, le ho detto, E cos'ha che non va?
Di preciso non lo so, ha detto lei. Ed è finita lì.

Poco dopo siamo usciti perché si era deciso alcuni di andare al cinema, altri di tornare a casa, e ho potuto controllare la porta.
E c'era una scarpa che la teneva aperta, solo che non c'era il venditore porta a porta dall'altra parte, come nei film. Stava giusto messa lì.

 E niente, son case dell'altro mondo, no?