venerdì 23 dicembre 2011

False partenze

La Donnola è partita - è stata, forse, la prima -, Nicolaj è partito, è partito l'Orientale e l'Ingegner Pulsante, anche l'Originale ha dovuto accettare il fatto che le lezioni sono finite, e non ci sono altre opzioni, si torna a casa.

Volevo approfittare del periodo morto per introdurre il Sardo Scorbutico - in realtà non so perché non l'ho fatto prima.
Si capisce che è sardo dal modo in cui pronuncia la parola "pecora", si capisce che è scorbutico perché tendenzialmente lo fa per insultare l'interlocutore, chiunque egli sia e a prescindere dal contenuto della conversazione; il Sardo Scorbutico è l'amico che vorreste regalare al vostro peggior nemico, o a qualunque persona sola che pensate non sappia apprezzare il valore della solitudine; è l'ospite perfetto per il party a cui non siete stati invitati, e il miglior compagno per la fanciulla che vi ha malamente scaricato.
Il Sardo Scorbutico offre crostata nei cartoni della pizza, fa colazione con birra e pomodori - ma disgraziatamente la cosa non sta avendo conseguenze - e si diletta guardando su Youtube video di satanisti e presunti fondamentalisti cristiani. Va anche a rubare i lumini dai cimiteri, ma è un qualcosa a metà tra una leggenda e un segreto, quindi fate finta di non aver letto.
Ogni tanto se ne sentirà parlare!

Tornando all'argomento in apertura, invece, il ritorno ai luoghi natii ha innumerevoli vantaggi spesso sottovalutati, che molti sembrano non cogliere: non si è costretti ad andare in giro conciati come l'Omino Michelin, per dirne una.
Non si deve pagare per un pasto a base di verdura bollita - crudele ironia! -, e a fatica ci si trattiene dal consegnare ai propri genitori la tessera della mensa, non si deve andare a buttare la spazzatura né pulire periodicamente i bagni. O almeno questo è quello che pensavo.

Scusate, devo andare a passare lo straccio.

mercoledì 14 dicembre 2011

Consigli dalla selvaggina

Il due di picche è un'arte.

Come tale, perché dia risultati soddisfacenti ci sono dei prerequisiti sull'artista, e in particolare:
  • Incessante passione,
  • continuo esercizio
  • e un talento innato.
 C'è modo e modo di girare un due di picche - donne, è a voi che mi rivolgo -, e in nessun modo le vostre amiche potranno insegnarvi quale sia quello migliore: perché non c'è un unico metodo migliore, e perché non saranno loro ad esser scaricate vita natural durante nelle maniere più disparate.
Accettate i consigli di un esperto. Di qualcuno che le ha provate tutte. Di un virtuoso del due di picche.

Per quanto riguarda l'incessante passione, diciamolo pure, quale maggior piacere del sollevare le speranze altrui per farle in rapida successione - o, all'opposto, in lenta agonia - schiantare impietosamente contro un muro tinto a fresco con toni recisi di fato ineluttabile? È come vedere delle formiche tirarsi su la tana: se non vi chiamano per pranzo, prima o poi cederete alla tentazione di rovesciarci su un secchiello d'acqua; e se il pranzo ve lo dovete preparare da sole, allora non c'è alcuno scampo per le bestiole ignare.
Lo ammetto, si può avere un attimo di ripensamento un attimo prima di compiere lo scempio, ma è appunto solo un attimo, e forse si può avere un momento di rimorso dopo, ma per allora l'ora del pranzo sarà sicuramente arrivata, e allora cosa importa? Non difettate in passione! I modi più efficaci per sentirsi meglio sono anche i più immorali, e da quando in qua questo è un problema?

Il continuo esercizio è assolutamente necessario: fortunatamente la fauna abbonda, e non è difficile trovare un malcapitato da bistrattare. Il mondo pullula di autoeletti grandi amatori, brillanti personalità misteriosamente single da eoni e fascinosi scrittori di blog cui non è chiaro l'aggettivo "fascinoso" né tantomeno il concetto di "fascino", che difatti utilizzano a sproposito: sono addirittura più delle tipologie di stampante presenti in un qualsiasi negozio di elettronica, quasi come la fila della cassa che pensavate fosse la più breve e invece pare proprio che il tipo lì davanti stesse tenendo il posto a una quindicina di persone, sicuramente di meno delle pagine che vi mancano da studiare per l'appello di lunedì prossimo. Eh sì, sono davvero così tante.
Per le più pigre basterà un'occhiata o un sorriso più accentuato, alle più volenterose si consigliano calorosi abbracci e sguardi intensi: tanto più veloce arriva la pallina, tante più sono le possibilità di fare un home run, se colpite bene.

Il talento innato è, appunto, innato. C'è chi sostiene che sia come per l'orecchio musicale, "se ce lo si ha è meglio ma si può sviluppare", e forse in parte è vero, ma sappiamo tutti quanti che non sarà mai la stessa cosa.
Un talento del due di picche direbbe "Rimaniamo amici" solo per poi aggiungere "di qualcun altro", si parerebbe con "Non vorrei rovinare la nostra amicizia"unicamente per proseguire con "meno male che è a senso unico", indietreggerebbe su "Non è per te, sono io che ho problemi" per scattare su con "piaccio solo a mentecatti", e via dicendo. Un talento del due di picche sa che se proprio bisogna spezzare un cuore, tanto vale far pezzettini piccoli, almeno ci metterà un po' a ricomporsi, e ci si potrà nel frattempo dedicare ad altre attività.
Una donna che sia una stella del due di picche sa che, volente o nolente, passerà la vita ad infrangere cuori: e decide di farlo con classe.

C'è altro, ma già così è abbastanza. Fate tesoro delle lezioni acquisite!

(considerato che lettrici in pratica non ce ne sono, non so quanto possa tornare utile, ma chi lo sa.)

giovedì 8 dicembre 2011

La vita sotto i ponti

La vita sotto un ponte non è semplice né auspicabile, specie quando i più partono per tornare a casa, e i giorni, tra festività effettive e festività rubate, scorrono con insolita lentezza.
L'Orientale torna giusto in tempo per godersi questo splendido periodo da una produttiva vacanza studio nel Neg-Na Yi, regione della Cina notissima per alcune peculiarità storico-culturali.
Tra le altre:
  • È nel Neg-Na Yi che si è sviluppata l'assoluta propensione della popolazione cinese per la mandorla: occhi a mandorla, latte di mandorla, e si sarebbero anche presi mandorle per moglie se gli Indiani lì accanto non avessero avuto l'idea di chiamare la Buoncostume;
  • È nel Neg-Na Yi che Giulio Cesare si ritirò a vita privata dopo aver preparato la messinscena delle Idi di Marzo, inventando con secoli d'anticipo nuovi filoni letterari: basti ad esempio il "Bellacapella", commedia teatrale in monometri sul tema della calvizie incipiente che la critica ha definito "moleriana", "beckettiana" e "valeriana", alludendo forse con quest'ultimo aggettivo al fatto che sugli attori, nonché sull'autore, sarebbero stati benissimo dei pomodori, meglio se ben maturi;
  • È nel Neg-Na Yi, infine, che vengono assemblati gli iPhone, sul cratere del vicino Monte Fato, e nella Cattedrale di San Gandalio è venerata la reliquia del dito di Frodo Baggins, di dicussa autenticità.

martedì 29 novembre 2011

Dadi imparziali

Il titolo sortirà l'effetto desiderato solo se siete raffreddati: la suddetta malattia - il raffreddore si può chiamare malattia? Non è un tantino iperbolico? E perché si dovrebbe frequentare una facoltà scientifica, se non si ha la possibilità di tirar fuori iperboli a piacimento? - è in pratica l'unica entità femminile che si compiace di passare l'inverno con l'Orientale, con fedeltà e zelo sconfinanti nello stalking.
(Tempo: chi ne dissipa più del raffreddore? Ma bisogna conviverci.)

Dicevamo.

Per ottenere dati imparziali può essere utilizzato un dado, che per sua natura dovrebbe essere imparziale - be', a patto di considerare la probabilità imparziale, e non ci scommetterei sopra: agli accesi sostenitori dell'imparzialità del caso è caldamente suggerita un'attenta lettura delle Leggi di Murphy, architrave della cultura scientifica della nostra epoca (il che dice molto sulla stessa, ma basta cambiare discorso).
Il dado in questione è un d20: ad ogni numero, o gruppo di numeri, si associa una risposta, e poi si lancia. Tipicamente: da 1 a 10 la risposta è sì, e da 11 a 20 la risposta è no.

Visti i ripetuti risultati compresi tra 11 e 20 ottenuti contro ogni legge della statistica in risposta alla domanda "M'ama?" - le margherite ringraziano -, l'Orientale ha deciso di affinare la tecnica:
  1. Lancio con domanda di cui si vuole ottenere la risposta;
  2. Lancio con domanda di cui già si sa la risposta (per vedere se il dado mente);
Va da sé che se la risposta alla seconda domanda è sbagliata, anche la prima risposta va letta come falsa.

Per un certo periodo il dado ci è cascato - probabilmente non aveva ancora capito il motivo dei lanci doppi. Ora si vede che ci è arrivato: se esce "M'ama", esce poi che sta mentendo; se esce "Non m'ama", testimonierà infallibilmente il vero.
Allora ho elaborato un nuovo paradigma:

- Lancio con domanda di cui si vuole ottenere la risposta, e in particolare: "M'ama o non m'ama?"
  • È uscito m'ama?
    Lancio con domanda di cui si sa già la risposta, e in particolare: "Quanti numeri ci sono tra il numero che è uscito e lo zero?";
  • È uscito non m'ama?
    Lancio con domanda di cui si sa già la risposta, e in particolare: "In che giorno del mese cade Natale?".
Per ora funziona.

 (Ma chi è che dovrebbe amare o non amare l'Orientale, e il cui amore viene così ardentemente desiderato?
Nonostante la nota riservatezza di quest'ultimo, da alcune confessioni strappate in evidenti condizioni di ebbrezza - causa brindisi con champagne - emergerebbe un disperato bisogno di affetto da parte del proprio sistema immunitario, con gran disperazione del raffreddore. Che comunque per ora può stare più che tranquillo.)

giovedì 24 novembre 2011

Stati confusionari

Ci sono tanti tipi di stati confusionari.

Ad esempio, se la mia camera fosse stato autonomo, ecco, volevo andare a chiedere in Comune questi giorni, appena ho un attimo ci faccio un salto, dicevo, se fosse stato autonomo sicuramente avrebbe una legge che punirebbe con la reclusione chi usa sostantivi caotici come "stato" in contesti poco consoni - vedi la frase "se fosse stato autonomo", che assume significati diversi senza neanche bisogno di cambiare accenti -, e forse prevederebbe la sedia elettrica per logorroici: unico problema, rimarrebbe senza governo.

...tutto sommato è un bene che la mia camera non abbia autonomia politica, volevo solo dire che in tal caso sarebbe senz'altro uno stato confusionario. E alla scrivania toccherebbe di ospitare la capitale.

(Origine di questa profondissima riflessione: stavo ripassando per una provetta, e... oh, non importa. Il punto è: se sto studiando, e volete chiedermi qualcosa, aspettate prima 5 minuti, se no sono in stato di ubriachezza.
Sul serio, mi hanno interrotto per parlare e non so neanche cosa ho detto, a malapena riconoscevo l'interlocutore. Càpita.)

domenica 20 novembre 2011

Colpo grosso al Biagio rosso

Questo post ha senso solo per il suo titolo. Non è bellissimo?

Ci sono una serie di cose che dovevo infilare nei post precedenti, però mi pareva stonassero col resto del contenuto; qui di contenuto non ce ne è e quindi posso lasciare qualche messaggio di servizio senza timore. Allora:
1) Rinominare l'LBI "Ingegner Pulsante". È un nome che fa un po' Bob l'Aggiustatutto, ma in fondo è proprio questo il suo punto di forza - del nome, non dell'Ingegner Pulsante. O forse di entrambi?
2) Aggiunta di una pagina presentazione/scheda personaggi. Bisognerebbe farla, altrimenti eventuali nuovi lettori non capiscono di chi si parla;
3) Procurarsi un qualche smartphone e uno scanner per rendere il tutto più multimediale e interattivo e metteteci voi qualche altro aggettivo con almeno cinque sillabe (non so, aristotelico, pleonastico, commutativo, cose così);
4) Quando si improvvisa un elenco numerato il quarto punto è sempre quello in cui non si sa bene cosa scrivere;
5) La fidanzata di Nicolaj è arrivata e se ne è andata, senza sconvolgimenti di sorta;
6) La donna dei sogni dell'Originale è stata giudicata dall'Orientale sequenzialmente "un cassonetto", "un armadio a muro a tre ante", "una lastra di piombo" e "un parallelepipedo 2x2x2". L'Originale ha protestato a viva voce, ma le foto su Facebook  hanno potuto attestare la fondatezza dei vari epiteti;
7) L'Originale ha trovato la donna dei suoi sogni;
8) Scambiate i punti 6 e 7 per avere un elenco più razionalmente organizzato.

(e un'altra settimana è andata)

venerdì 18 novembre 2011

Metafore dell'esistenza

Ieri sera esco dalla camera per andare, come dire, in bagno - ho sentito anche dire "in ufficio", ma spero non vi offendiate se stavolta sono diretto -, e ho visto che dalla porta chiusa trapelava della luce.
Allora mi son fermato e mi son detto Ci sarà Nicolaj, va beh, pazienza, aspetto.

E ho aspettato, e non si è sentito nulla, e insomma, io avrei anche dovuto andare, ma mi spiaceva bussare e dire Hey, Nicolaj, a che punto siamo lì dentro?, insomma, è imbarazzante.

Ad un certo punto si è aperta la porta della stanza del sopracitato pseudolituano, il quale:
1) Mi ha guardato - probabilmente ponendosi la legittima domanda: Perché stare fermi davanti alla porta del bagno?
2) È entrato in bagno;
3) Si è richiuso la porta dietro.

(sì, ecco, il bagno era vuoto ed era rimasta la luce accesa - la porta è chiusa di default.)


La grande metafora sulla vita dietro a tutto ciò è che se dovete andare in bagno e vedete la porta del bagno chiusa e la luce accesa fate prima a bussare. A meno che vi faccia piacere tenervela per una mezz'oretta almeno.

lunedì 14 novembre 2011

È che arrivo sempre tardi

Per essere le 15:05 era veramente buio. Uno dice, Le giornate si stanno accorciando, ok, però era veramente strano.
...e infatti erano le 17:05. (I minuti erano giusti.)

Una prova in più del fatto che la finzione deve essere verosimile, ma la realtà questo dovere non ce l'ha mica. Glielo spiegate voi all'LBI, che era lì che aspettava dalle 15:20 alle 16:00, che ero persino compiaciuto di essere arrivato con ben 15 minuti di anticipo, nonché egoisticamente preoccupato che potesse fare in ritardo?

domenica 13 novembre 2011

EDIZIONE STRAORDINARIA

Nicolaj ha ritrovato il Bicchiere Azzurro, scomparso in circostanze misteriose due mesi fa.
In sua assenza il Bicchiere Giallo è passato a miglior vita mentre chiedeva al pavimento "Saremo amici?" (per ulteriori chiarimenti, video a fine post), e gli altri quattro han realizzato che no, il pavimento non è un tipo molto socievole.

Il Bicchiere Azzurro è stato ritrovato esanime sotto la panca della cucina: coadiuvato dai più moderni strumenti di ricerca, quali scopa e paletta, il nostro rinveniva il corpicino semifragile affidandolo alle amorevoli cure dell'Orientale.
Dopo ripetute applicazioni di detersivo e spugna, il disperso ha ripreso il tono usuale, e sembra essere in rapido miglioramento - ulteriori informazioni rimangono riservate.

Il Bicchiere Verde, in un'intervista rilasciata al Pasto Quotidiano - discusso periodico di (dis)informazione letto da ogni forchetta radical chic che si rispetti -, ha dichiarato riconoscenza per il riuscito, ancorché tardivo, intervento delle autorità locali.
Nell'atmosfera di generale giubilio, non terminano i sit-in dei cucchiai. «Il Governo» - annuncia un portavoce, eretto sullo scolapiatti - «aveva promesso di abbassare le temperature, e invece non fanno che salire! Che cosa ne sarà di brodini e minestre? Come troveremo lavoro? Continueremo a far lavorare i nostri figli nei caffè?». Non si riporta ancora nessuna risposta ufficiale dei vertici.

Ridiamo la linea allo studio.

[video alla fine del post]

venerdì 11 novembre 2011

After the thrill is gone

Un assaggio dell'umore dell'Originale e dell'Orientale nel post-compitino. Tornato nel secretum della propria abitazione, l'Orientale riceve una chiamata dall'Originale. La riportiamo nei punti salienti.

Originale: «Ciao, senti, ma la domanda [seguono cose che non volete veramente sapere]
Orientale: «Ah, sì! Io ho fatto [seguono altre cose che non volete veramente sapere]»
[poco dopo]
Orientale: «Ma... sei già partito? Torni giù?»
Originale: «Torno giù, ma ho il treno tra un po'.»
Orientale: «E... posso venire al collegio? Ho bisogno di compagnia e di un viso amico.»
Originale: «...sì. Anche io, in effetti.»

Dopo questo edificante esempio di amicizia fraterna (ma anche no), l'Orientale si reca al collegio e poco dopo, con la confortante (ma anche no) presenza della Donnola, accompagna l'Originale in stazione.

Tornato a casa, trova una mail che annuncia che il voto è stato pubblicato.
Pronto al peggio, trova invece un 26. Due punti aggiunti per magia.

Ok, non è 30. Ma è quasi 27. Si può fare, no?

giovedì 10 novembre 2011

Quando il dovere chiama

Il nostro sta ancora decidendo cosa scegliere. Nel frattempo, i principali risultati sono, non necessariamente in quest'ordine di gravità:
1) sonno in quantità irrisorie;
2) vita sociale ridotta - e neanche sempre - alle sole ore pasti;
3)  lo studio invece tutto bene, domani arrivano i mobili e meno male che la carta da parati è già a posto.

Parlando d'altro, in vista del compitino di domani all'impegno nel ripasso si sostituiscono da diversi giorni ben altre attività, di ben altro spessore intellettuale: si impanano fragole, si scrivono poesie in cui le ragazze - in sgargianti voli pindarici - sono comparate allo sgradevole cibo della mensa, si pensa a cosa si farà in caso di 30 e lode, assicurandosi nel contempo che l'eventualità non abbia luogo (se non per intervento divino).

Fine degli aggiornamenti. 
Anzi no, ancora una cosa: doveva venire la fidanzata di Nicolaj, ma alla fine non si capisce bene; diremo solo che è una tipa talmente all'avanguardia che, anziché dire che ha il mal di testa, dice che ha la stomatite. Son finezze, nevvero?

domenica 6 novembre 2011

Volta la carta

Conoscete Citadels? Se non lo conoscevate, conoscevatelo.
Con il post di oggi viene introdotto il Lato Buono dell'Ingegneria (d'ora innanzi LBI) - si poteva anche dire "il buon ingegnere", ma Biagio sostiene che essere troppo ossimorici appesantisce la lettura.
Meno male che ci sono aggettivi come "ossimorici" che la alleggeriscono.

Torniamo a Citadels. Detta in soldoni: bisogna tirar su una propria città, edificando dei quartieri, e nel contempo boicottare gli altri per fare più punti; ad ogni turno i giocatori scelgono un ruolo, ed agiscono secondo un ordine predefinito: i ruoli vengono scelti in segreto, di modo che nessun giocatore sappia quale personaggio abbiano scelto gli altri.

Detto ciò, riportiamo un breve sketch: Biagio l'Originale ha danaro in quantità, e l'Orientale decide di prendere il ruolo del Ladro per derubarlo - a patto di indovinare il suo ruolo. La Donnola - che citiamo ora solo di sfuggita, ma a cui verrà presto o tardi riservata più ampia presentazione - sceglie l'assassino. L'Orientale è convinto che l'Originale sia Re, la Donnola vuole che il potere del Re non sia attivo per quel turno.

Donnola: "Uccido il Re."
Orientale: "Derubo il Re."
Originale: "..." 
LBI: (sbuffando) "...ma che turno di merda!"

L'Originale sfugge al complotto e LBI, che per sua disgrazia ha scelto il Re, salta il turno. Per la cronaca, alla fine ha vinto la Donnola.

mercoledì 2 novembre 2011

Innocenti abrasioni

Tornato a casa, al taglietto sulla gamba causato dagli stivali del (tristemente noto) pattinaggio sul ghiaccio è stato affibbiato un livello di gravità pari a quello di gangrene in stato avanzato: a nulla sono valse le proteste di Biagio, che però è riuscito a scampare al ricovero a tempo indeterminato in favore di un'operazione casalinga.

Sfornito anche di computer, illudendosi di poter svolgere ogni propria socioinformatica mansione da un malnato iPad, il nostro abbandonava - forzatamente - persino il beneamato blog. Si tenterà di riassumere in poche righe la turbinosa serie di avvenimenti.

Discesa al Lucca Comics con 3 cambi. O erano 4? Comunque, ritardo di 10 minuti del trento Trento- Bologna, segue corsa a rotta di collo verso il treno per Prato: lo scatto fantozziano distorce la rete spaziotemporale, e il nostro è sul vagone appena in tempo, scampando il peggio.

Biagio indossa successivamente i panni del Mediatore Linguistico tra:
  • Un signore toscano;
  • Una signora inglese;
  • Una signora estone che parla in spagnolo.
I problemi nella comunicazione, per la cronaca, risultano legati più al fatto che nessuno ha cuore di dire alla signora inglese che è stata pesantemente presa in giro dalle Ferrovie dello Stato che all'effettiva differenza di nazionalità e linguaggio. Alla fine, comunque, pare che il concetto sia passato.

Arrivo al Lucca Comics, ghiaia nelle rotelle del trolley, gaudio e tripudio.
Il giorno successivo il nostro ritrova la propria unica ex tra le strade di Lucca - ma che culo! -, discesa a Roma conseguentemente anticipata al giorno successivo.
Nel frattempo il nostro chiede ai cosplayer di scattargli delle foto, osservandone le espressioni allibite, e avvisa dei sedicenti Templari della minaccia Giacobbo. Si scopre che ci sono ragazze che rispondono a tono a battute matematiche. Gaudio e tripudio (sul serio, stavolta.).

Grande risultato teorico: la ghigliottina è l'unico oggetto che decolla ma non vola.

Ritorno al natìo borgo selvaggio, si riferisce al gruppo locale dell'esistenza di ragazze che rispondono a tono a battute matematiche. Grandi manifestazioni di gioia: «Ma allora esistono! Esistono! ESISTONO!».

Riflessioni letterarie: Pessoa era pazzo, ma tutte le sue multiple personalità erano sane, quindi nessuno se ne accorgeva. Avrebbe dovuto far nascere dubbi la laurea in ingegneria di una delle tante.
(ci sono poche scuse per chi si crea un'altra personalità, e quelle poche scompaiono quando le fa fare l'ingegnere.)

Passo e chiudo.

martedì 25 ottobre 2011

Divergenze assolute

Si dice che tutti abbiano un qualche particolare pregio, se non più d'uno; è chiaro che tutti hanno ben più di qualche difetto.
Biagio l'Orientale non fa eccezione: si riporta qualche stralcio che evidenzia una totale incapacità di affrontare una polite conversation, nonché imbarazzanti pregiudizi sugli altrui indirizzi universitari.

- «Ne abbiamo invitati 8, poi c'eravamo noi di casa, che eravamo 3 - insomma, in tutto eravamo 10-11 circa, e...»
- «No.»
- «...?»
- «Eravate esattamente 11. Ora puoi continuare.»

- «[...] e insomma, io fino ad un certo punto sono anche comprensiva, ma a tutto c'è un limite!»
- «No, buon Dio, no! Per l'ennesima volta, no! (-1)^n non ce l'ha, va bene? Non tutto ha un limite! Il limite non esiste a volte! Per niente!»
- «...»
- «Oh.»

[più partecipanti, il rumore di fondo rende difficile la conversazione.]

A: «[...] e comunque, io non vorrei dire niente, ma quello che ha inventato il pacemaker era un ingegnere.»
B: «Che cosa?»
A: «Dico, era un ingegnere.»
C: «Ingegnere? Ma chi?»
B: «Quello che ha inventato i pacemaker!»
D: «Che cosa ha fatto?»
B: «Era un ingegnere!»
D: «Un ingegnere?»
- «Ohé, ma la piantiamo sì o no di ripetere la parolina? Non lo sapete che porta male?»

domenica 23 ottobre 2011

Liscio come il ghiaccio

Biagio l'Orientale ha un rapporto difficile con il pattinaggio - già dire che è difficile, in realtà, è dire troppo, dal momento che il rapporto è inesistente.

Quando viene invitato al Palaghiaccio di Trento, sono due le conversazioni che gli tornano alla mente.
La prima, risalente a diversi anni prima, riguarda un amico che, in occasione dell'allestimento della pista nella piazza del natìo borgo selvaggio, lo invita a provare:
- «Io pensavo di andare domani, dopo pr-»
- «Domani? No, guarda, il giorno dopo ho la versione e penso che starò tutto il giorno a studiare, scusami.»
- «Non c'è problema, possiamo andare il giorno dopo.»
- «Avevo già preso impegno, veramente... sono fuori tutto il pomeriggio.»
- «Ok, all-»
- «Ma se ti trovo qualcuno con cui andare e ci risentiamo a primavera?»

La seconda è una conversazione con parenti medici.
- «Hanno messo la pista!»
- «Eh sì! Tra un po' cominciano ad arrivare le persone con i denti in mano, vedrai.»
- «...davvero?»
- «Ma sì, i denti rotti sono la cosa più comune. Poi c'è chi cadendo si taglia la lingua, chi si taglia le dita perché ci passano gli altri sopra con i pattini - sono affilati, sai? -, insomma, si vede un po' di tutto!»
- «Ah.»
- «Comunque, tu ci vai?»
- «...»
- «Davvero, basta che stai attento! E poi ci sono io nel caso!»
- «...grazie?»

La seconda giustifica in un certo qual modo la reazione nella prima, nulla giustifica il terrorismo psicologico esercitato dal parente medico.

Questa volta, tuttavia, Biagio mette in gioco denti, lingua e falangi ed entra nell'arena, la quale, col passare dei minuti, assume nella sua mente diverse sembianze:
- Ruota per criceti;
- Interno di anfiteatro (scambierebbe volentieri il ghiaccio per un po' di sabbia e leoni);
- Via crucis ellittica.
Quando l'ultima visione è ormai pienamente concretizzata, le sue impronte digitali sono ormai su ogni centimetro del bordo della pista, gli altri pattinatori hanno per lui uno sguardo compassionevole - e si scostano rispettosamente al suo passare - e l'equilibrio è precario non tanto per un eccesso di moto quanto per un eccesso di inerzia. Entrerebbe ormai di diritto in un romanzo di Svevo, e decide di elemosinare uno strappo a casa per completare l'opera.
Per dovere di cronaca, mettiamo a verbale un paio di cadute, e diverse decine di affannose perdite di equilibrio non sfociate in tonfi.

Ma è la saggezza lituana di Nicolaj che, in serata, sintetizza egregiamente la giornata:
«La fortuna è cieca; la sfiga ha imparato il braille.»
(anche nella versione: «ma la sfiga colpisce pure al buio.»)

lunedì 17 ottobre 2011

Legge di Beckhap

- «Dici che è stupida, ma quanto stupida, scusa?»
- «Mah, così su due piedi non saprei...»
- «Su una scala da 1 a 10?»
- «...in che base?»

(Legge di Beckhap: Bellezza moltiplicata per cervello è uguale a una costante.)

Raid e principi d'infarto

[a sorpresa, il professore di analisi comincia ad indicare gente casuale tra i banchi]

Professore: «Lei! ...sì, lei! Non sono strabico! Non faccia finta di nulla!»
Malcapitato: «...sì?»
Professore: «Come si chiama?»
Malcapitato: «Alessandro*.»
Professore: «Qual è lo sviluppo in serie dell'esponenziale?»

[un'ondata di terrore si sparge per l'aula. Lo sfortunato risponde di non saperlo, il professore prende nota del nome, e continua con esiti simili i suoi blitz tra il pubblico.
Si ferma infine sul tremante Biagio L'Originale.]

 Professore: «Lei! Come si chiama?»
L'Originale: «...io? B-Biagio.»
Professore: «Bel nome! Ho avuto una volta un alunno che si chiamava Dante. Si chiama ancora così, penso.»

[il professore riprende la lezione, mentre L'Originale riinizia gradualmente a respirare.]

venerdì 14 ottobre 2011

Alla stazione

Si accompagnava Biagio l'Originale in stazione.
Alle 13:10, come da programma, arriva il treno: occorre a questo punto sapere che la banchina era gremita, e che sarebbe stato quindi difficilissimo trovare un posto a sedere, motivo per cui l'Originale comincia a tendere (in maniera rigorosamente asintotica, visti i numerosi controllori) alla linea gialla, seguendo la porta più vicina del treno in arrivo, con velocità sempre crescente.

L'Orientale lo saluta, e sfreccia verso le scale per uscire dalla stazione.
Quando più tardi gli ho chiesto perché, mi ha detto che stava conservando la quantità di moto.

martedì 11 ottobre 2011

Coincidenze fortuite

[fermata dell'autobus. Il 5 ha più di un quarto d'ora di ritardo, il nostro ricontrolla per l'ennesima volta la tabella con gli orari.]

 Faceto uomo di mezza età: "Eh, ogni volta che vengo in fermata per prendere un autobus, quell'autobus arriva!"
Biagio: "..."
Faceto uomo di mezza età: "Una bella fortuna, eh?"

[l'uomo sale su un autobus arrivato proprio in quel momento]

venerdì 7 ottobre 2011

False partenze

Si stava accompagnando Biagio l'Originale in stazione - come da regola, il weekend torna a casa - quando l'allegra comitiva incontra un compagno di corso, che chiede:

"Dove state andando?".

Qualcuno potrebbe anche spacciare la domanda per giustificata - un universitario con una valigia potrebbe senz'altro essere una persona che vuole portare con sé sempre tutti i libri di testo, e in più lingue per confrontare tra loro le traduzioni: a noialtri la domanda è sembrata scontata, ma la risposta è stata comunque seria.

"In stazione."

A questo punto, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

"E chi parte?"

Naturalmente, solo l'Originale aveva con sé una valigia.

"Tutti! Scendiamo con Biagio, vieni anche tu!"

La pantomima della partenza collettiva andava ancora avanti quando l'Orientale si è allontanato dalla banchina, pochi minuti prima dell'arrivo del treno, con la scusa di una repentina quanto provvidenziale stretta agli intestini. Lasciava sul campo Biagio l'Originale, due compagni di brigata (saranno saliti sul treno, pur di tener fede allo scherzo?) e lo sconsolato compagno di corso, alle prese con i problemi di budget che il viaggio improvviso avrebbe richiesto.

(faremo pervenire notizie sulla conclusione dell'episodio)

lunedì 3 ottobre 2011

Lezioni di prova

Ci sono delle singole uscite che sono in grado di dare un senso persino ad un lunedì. Si parlava di iniziare a praticare un qualche tipo di sport, ed è sopraggiunta la seguente perla:
«Mercoledì ci sono le lezioni di prova di tiro con l'arco, pensavo di andare e vedere se mi prendono.»

Chissà. Dipende da quanto uno corre veloce, penso.

lunedì 26 settembre 2011

Nuntio vobis gaudium magnum

L'ora più buia viene sempre prima dell'alba.

Avevo finito le scatolette di mais Bonduelle - che assieme ad olio, sale e aceto costituivano da un po' di tempo la mia prima, nonché unica, colazione - e mi stavo preparando psicologicamente ad alzarmi mezz'ora prima per avere tempo di preparare il risotto. Ai funghi porcini e zafferano.

Poi ho trovato un distributore automatico. Con dei biscotti dentro.
Biscotti.
Stamattina ho fatto colazione con biscotti.

(però per cena risotto. Gliel'avevo promesso che oggi gli toccava.)

sabato 24 settembre 2011

Introducing Nicolaj

Nicolaj (ma si legge Nicola) vive nello stesso appartamento di Biagio: lituano della città marittima di Rjev, è giunto in Italia grazie al progetto Erasmus.
Studioso di letteratura, fidanzato con la lontana Eleni, rimangono famose le sue citazioni sul codice civile lituano: «In mio paese se io presta te lametta e tu non ridai dopo seven days, io posso tagliare tua gola. Però mai successo, perché in mio paese tutti barba mooooolto longa.»

Per quanto un accento vagamente maceratese possa far nutrire ai più diffidenti dubbi sulla sua reale identità, il nostro non ha esitato ieri sera a fare amicizia con la socievole popolazione universitaria trentina, inseguendo delle (quasi) connazionali e provandosi nel gioco del biliardo quasi peggiore di Biagio.

Lo rivedremo ancora? La dolce Eleni lo raggiungerà? E cosa dire dei barili di latta, suo strumento musicale prediletto? Li porterà con sé?
Lo scopriremo (forse) nelle prossime puntate.

venerdì 23 settembre 2011

Sulla colazione

Mi trovo davanti ad una scelta difficile:
  • Assumere di aver pranzato alle 11:45;
  • Assumere di aver fatto una seconda colazione a base di pesce e cavolfiore grattugiato.
Con Biagio l'Originale, con cui ho avuto il piacere di pranzare, si dibatteva sulla solita questione, il mondo come effettiva realtà o come illusione/proiezione della mente. Mi sa tanto che devo andare a proiettare uno psichiatra quanto prima possibile.

giovedì 22 settembre 2011

Case dell'altro mondo

L'altro giorno ero in un appartamento.
Una delle ragazze che vive lì mi ha detto, La porta è rotta, non si chiude. A dire il vero un po' si notava, perché di tanto in tanto transitavano degli sconosciuti per il soggiorno, ma ho fatto finta di niente.
Davvero?, le ho detto, E cos'ha che non va?
Di preciso non lo so, ha detto lei. Ed è finita lì.

Poco dopo siamo usciti perché si era deciso alcuni di andare al cinema, altri di tornare a casa, e ho potuto controllare la porta.
E c'era una scarpa che la teneva aperta, solo che non c'era il venditore porta a porta dall'altra parte, come nei film. Stava giusto messa lì.

 E niente, son case dell'altro mondo, no?